Negli ultimi anni è esploso il mercato dei telefonini “smart” con cui il settore delle tecnologie GPS vuole dare risposta anche a chi inizia a soffrire di demenza e decadimento cognitivo, con il rischio di perdere l’orientamento fuori casa. La sensazione di disorientamento, il non conoscere più la strada del ritorno o come raggiungere posti noti come il panettiere sono tutti disagi associati al declino cognitivo causato dalla neurogenerazione dei tessuti. Tra questi, i disagi più frequenti sono legati alla memoria, all’attenzione, alla capacità percettiva e spaziale.
Il wandering o vagabondaggio è, in realtà, un modo per rapportarsi con l’ambiente esterno quando viene a mancare il linguaggio e un modo per relazionarsi con il mondo esterno. L’incapacità di tornare a casa da soli è vissuta con comprensibile apprensione dai familiari e dai caregiver, che tuttavia vogliono dare al malato la possibilità di vivere una vita attiva, nonostante la malattia.
In lori aiuto viene la tecnologia, con app e programmi installati sullo smartphone che aiutano la persona a capire dove si trova e, in caso di emergenza, chiamare qualcuno per farsi venire a prendere. Naturalmente la scelta della tecnologia più idonea va fatta dalla persona sulla base delle sue caratteristiche e esigenze e deve essere coerente con preferenze, capacità e risorse.
Tre tipologie di utilizzatore della tecnologia smart
Per capire la tecnologia più adatta alle diverse situazioni, tra cui il bracciale salvavita SEREMY con localizzatore GPS, è importante vedere con che tipologia di utilizzatore si ha a che fare. Solitamente si distingue tra:
- persona capace di utilizzare uno smartphone semplificato: in questo caso si installano app apposite che permettono di ricordare dove ci si trova, dove si sta andando e come tornare oltre a chiamare qualcuno in caso di bisogno.
- persona capace di usare un cellulare semplice: in questo caso si acquisterà un telefono semplificato con il tasto di SOS per far conoscere la posizione e contattare direttamente i familiari in caso di bisogno;
- persona non in grado di usare la tecnologia: in questo caso la soluzione migliore sono gli ausili indossabili, come il bracciale salvavita SEREMY e l’unico impegno richiesto a chi soffre di demenza è quello di non toglierlo e portarlo sempre con sé.
Caso 1: le applicazioni da installare sullo smartphone
Queste soluzioni tecnologiche sono pensate per chi ha una buona capacità di utilizzo degli smartphone e, tra le più diffuse, ricordiamo:
- Google Maps;
- Moovit;
- Frontillo, perfetta anche per la terza età e per le persone con ridotta capacità visiva.
Caso 2: i telefoni cellulari e gli ausili semplificati
Questi dispositivi possono essere utilizzati anche da persone con difficoltà cognitive, dato che facilitano le comunicazioni con i familiari o i caregiver. In particolare permettono di:
- visualizzare la posizione;
- creare zone di spostamento sicure con avvisi quando la persona si allontana;
- usare il bottone SOS e la funzione GPS;
- attivare la funzione di ascolto remoto quando la persona è in difficoltà;
- attivare un sensore di cadute;
- mettere a disposizione pulsanti semplificati per chiamare i numeri selezionati.
Usare un cellulare facilitato permette di capire dove si trova la persona e segnalarne l’eventuale allontanamento dai luoghi consueti. Tra i più diffusi sul mercato segnaliamo:
- UBISAFE;
- GPS POCKET:
Caso 3: i bracciali salvavita dotati di dispositivi GPS
L’ultima tipologia di soluzioni sono gli orologi, ma soprattutto i bracciali salvavita dotati di dispositivi GPS tra cui segnaliamo il bracciale salvavita SEREMY. Questa soluzione mostra a familiari e caregiver la posizione della persona che li indossa senza dover fare nulla. Oltre a SEREMY, in commercio si trovano:
- KERUVE, orologio da polso con dispositivo GPS;
- TROVA AMICI, per seguire i movimenti della persona quando esce di casa o dal lavoro;
- Nilox Bodyguard Smartwatch, da usare in caso di emergenza per chiamare rapidamente un contatto amico o tracciare da remoto la posizione di chi lo indossa.
Come si può vedere, le soluzioni offerte dalla tecnologia per aiutare chi soffre di declino cognitivo e di demenza sono veramente tante e nella fase iniziale della malattia permettono alla persona di mantenere una buona qualità della vita. Ad esempio, il braccialetto salvavita SEREMY è discreto e può essere indossato sempre, per la tranquillità dei familiari.
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